mercoledì 23 febbraio 2011

Arrivederci

Posted in da Alice | Edit

Gli arrivederci lasciano quasi sempre una sensazione di incompiuto. Qualcosa che si sarebbe voluto ancora dire o fare ma che puntualmente viene in mente dopo, ripensandoci.
Nella sottile malinconia del cambiamento, l'allegria per il nuovo contrasta con la mancanza dell'abitudine che abitudine non è più. 
La memoria è invasa di momenti e di affetto per quei gesti apparentemente scontati ripetuti mille volte e per quei volti imparati a conoscere e divenuti familiari.  La fragilità dell’attimo che non può tornare muta in emozione che si diffonde in ogni parte e spaventa anche un po’. Tutto è modificato, adesso. Nuove prospettive, nuovi inizi. Ma resta dolce e senza tempo il ricordo di quello che è stato.
giovedì 17 febbraio 2011

Séraphine – La vita sognata di Séraphine de Senlis - Françoise Cloarec

Posted in da Alice | Edit

“Séraphine, devi metterti a disegnare!”
Tutto è cominciato con un ordine.
Imperioso.
Della Vergine Maria o di un angelo, la versione varia.
Così è cominciata l’avventura del dipingere.
Della sua infanzia, quasi nulla.
Conosciamo il suo nome, il nome degli angeli della prima gerarchia, i più vicini alla presenza divina. Ardenti.

Françoise Cloarec, psicanalista e pittrice francese, ha dedicato la sua tesi in psicologia clinica a Séraphine de Senlis (pittrice vissuta in una piccola cittadina medievale vicino a Parigi, tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento), indagandone la vita e le opere attraverso incontri con le persone che l’hanno conosciuta, lettere e scritti, e pubblicando successivamente il libro Séraphine – La vita sognata di Séraphine de Senlis.

Il testo è una progressiva scoperta di questa donna, un’artista fuori del comune che inventa una tecnica tutta nuova (i cui segreti nessuno conoscerà mai) nel buio della sua stanza, di notte, al riparo dal mondo e dalle paure che esso le suscita. Dipinge fiori, alberi, frutta. Non segue scuole, non ha insegnanti, la sua pittura è ispirata dal divino e riflette il suo mondo interiore. Séraphine sente l’arte, non la pensa, per lei è un atto istintivo e qui sta la sua grande forza. 
Wilhelm Uhde (scopritore di Picasso, Braque e ad altri pittori) rimane affascinato da questo cuore semplice e dai suoi colori, dalla forza vibrante delle sue tele: ne diventa amico e protettore.

Intenso è il percorso di questa donna di umili origini, dalla vita travagliata, che vive come domestica ma sente dentro di sé il desiderio di dipingere. La sua mente finisce con il perdersi e il suo essere rinchiusa in manicomio, durante gli ultimi anni di vita, è anche spunto di riflessione sulla follia, sulla realtà passata ed attuale degli ospedali psichiatrici e delle persone che soffrono di disordini mentali, sull'orrore e l'indifferenza di cui sono molto spesso vittime quest'ultime. 

Tante domande sorgono leggendo della vita di questa artista. Personalmente mi sono innamorata subito dei quadri di Séraphine, dei suoi colori sgargianti che emanano vita e contrastano con la solitudine e il dolore della sua storia personale. 
A voi il piacere di scoprire qualcosa di più nelle pagine di Cloarec e magari anche nel film di Martin Provost, uscito nel 2008 ed intitolato proprio Séraphine (ma ovviamente solo dopo aver letto il libro!).
mercoledì 16 febbraio 2011

Vento

Posted in da Alice | Edit
Giornata di pioggia, il cielo grigio come non mai. Avrei voglia di uno di quei venti delicati che sanno quasi di una primavera fuori stagione. C’è qualcosa nell’aria che è simile ad un incantesimo quando il vento ti passa nei capelli, ti accarezza il viso e l’anima intera si riempie della sua freschezza. Ti sembra quasi di sentirti più leggera. O forse più sensibile. Od entrambe le cose. E mi chiedo se il vento riesca a raccogliere un po’ delle emozioni delle persone e a portarle in giro ovunque vada, mescolandole:  forse è per questo che a volte crea scompiglio. Me lo immagino passare di paese in paese, entrare come uno spiffero delicato da ogni finestra, sotto ogni porta, accarezzando le persone con il suo soffio gentile. Presenza invisibile ma reale. Anche le nuvole si trasformano come dipinti naturali il cui tocco è frutto dell’aria, e le foglie trasportate di qua e di là improvvisano sentieri sconosciuti, perdendosi e ritrovandosi. Chissà quante storie avrebbe da raccontare il vento, mi piacerebbe poterle ascoltare. Ma per ora mi accontenterò di immaginarle.
.
lunedì 14 febbraio 2011

Chai Tea

Posted in da Alice | Edit

Oggi qui è una giornata un po’ grigia e fredda, e l’inverno ancora presente mi ha suggerito l’idea per una nuova ricetta: il Chai Tea, un tè indiano corposo, dal profumo aromatico ed intenso, da sorseggiare caldo magari leggendo un buon libro.

La preparazione è abbastanza facile, ma leggendo il testo tratto da Seta di Alessandro Baricco si capisce come anche una semplice tazza di tè possa diventare un elemento indispensabile per una scena letteraria ed essere fonte di forti suggestioni.

Seta è una storia che ha per protagonista Hervé Joncour, un commerciante di bachi da seta che deve recarsi in Giappone per comprare nuove uova per il suo commercio; lì Hervé incontra lo sguardo misterioso di una ragazza e, nonostante abbia una moglie, continua a ricercarne il volto e il mistero durante i suoi successivi viaggi.

Quella ragazzina continuava a fissarlo, con una violenza che strappava a ogni sua parola l’obbligo di suonare memorabile. La stanza sembrava essere scivolata in un’immobilità senza ritorno quando d’improvviso, e in modo assolutamente silenzioso, lei spinse una mano fuori dal vestito, facendola scivolare davanti a sé. Hervé Joncour vide arrivare quella macchia pallida ai margini del suo campo visivo, la vide sfiorare la tazza di di Hara Kei e poi, assurdamente, continuare a scivolare fino a stringere la tazza in cui lui aveva bevuto, sollevarla leggermente e portarla via con sé. Hara Kei non aveva smesso per un attimo di fissare senza espressione le labbra di Hervé Joncour.
La ragazzina sollevò leggermente il capo.
Per la prima volta stacco gli occhi da Hervé Joncour e li posò sulla tazza.
Lentamente, la ruotò fino ad avere sulle labbra il punto preciso in cui aveva bevuto lui.
Socchiudendo gli occhi, bevve un sorso di tè.

CHAI TEA

Ingredienti per due tazze di tè:

2 bustine di tè nero (o circa 5-6 grammi se acquistato sfuso)
2 bastoncini di cannella spezzettati
2 pezzettini di zenzero
4 chicchi di cardamomo
4 chiodi di garofano
3 grani di pepe nero
2 tazze di acqua
1 tazza di latte
zucchero di canna o miele nella quantità desiderata (di solito 2 cucchiai)

Mettere la cannella, lo zenzero, il cardamomo, i chiodi di garofano ed il pepe nero in un recipiente e mescolare bene; far bollire l’acqua in un pentolino, poi aggiungere le spezie ed il tè e lasciar bollire per qualche minuto. Aggiungere il latte e far raggiungere nuovamente l’ebollizione, dopodiché unire anche lo zucchero o il miele e lasciar bollire nuovamente per circa cinque minuti; filtrare l’infuso rovesciandolo nelle tazze.

Volendo si può aggiungere sopra un po’ di schiuma o crema di latte.

Il Chai Tea è pronto!
martedì 8 febbraio 2011

Un ombrello rosso

Posted in da Alice | Edit

Un sorriso dolce, incantevole, come una carezza di piuma sul viso e nell’anima, ha incontrato oggi il mio sguardo. Apparteneva ad un'anziana signora a passeggio per la strada, gli occhi allegri come raggi di sole nella grigia mattina appena iniziata ed un ombrello rosso per difendersi dalla pioggia che a tratti scendeva simile a soffice rugiada su ogni cosa. Esistono ancora animi gentili, mi sono detta.

lunedì 7 febbraio 2011

Pain au chocolat

Posted in da Alice | Edit

Eccoci alla seconda ricetta letteraria!

Per questo secondo appuntamento ho pensato di presentarvi una ricetta che apprezzeranno particolarmente gli amanti del cioccolato: si tratta del pain au chocolat, un dolce francese che ricorda molto la pasta del croissant e che probabilmente molti di voi avranno già avuto occasione di assaggiare. 
Il libro da cui ho preso ispirazione è Chocolat di Joanne Harris, scrittrice britannica di madre francese, che racconta di una donna, una bambina, un villaggio di provincia in Francia, nomadi, nuovi amici, cioccolato, spezie e magia! Una storia tutta da gustare insomma.

C’è da notare una piccola curiosità sull’autrice: sua bisnonna era una guaritrice, considerata una sorta di strega, elemento fondamentale che è servito d’ispirazione per i romanzi che ha scritto poi la pronipote. Dal libro Chocolat è stato tratto anche un film che ha come protagonista una splendida Juliette Binoche, affiancata da Johnny Depp.

Ecco cosa descrive Joanne Harris all’inizio del capitolo chiamato Lunedì 24 febbraio:

Il negozio era quasi vuoto – i primi clienti abituali arrivavano intorno alle nove, ed erano le otto e mezza.
Caroline Clairmont è  passata subito dopo la Messa. Il figlio era con lei, la cartella appesa alle spalle. Un ragazzo dal viso pallido, impassibile. Lei portava un fascio di fogli gialli scritti a mano.
Ho sorriso a entrambi.
Solo Anouk era seduta al banco, di fronte a lei una scodella di latte mezza vuota e un pain au chocolat. Ha dato un’occhiata vivace al ragazzo, ha agitato il dolce in un gesto che doveva essere di benvenuto, ed è ritornata alla sua colazione.

PAIN AU CHOCOLAT

Ingredienti per circa 10 panetti:

12 g lievito di birra
125 g farina 00
125 g farina manitoba
40 g zucchero
15 g burro fuso
5 gr sale
140 ml di acqua o latte
un cucchiaino di estratto liquido di vaniglia (o 1 bustina di vanillina) 
100 g circa di cioccolato fondente o al latte
200 g di burro
un tuorlo di uovo
un goccino di latte

Come prima cosa mescolare i due diversi tipi di farina con lo zucchero ed il sale; scaldare leggermente il latte e, in un contenitore a parte, sciogliere il lievito in circa due cucchiai del latte così scaldato, poi versarlo nella ciotola unendo il restante latte tiepido e la vaniglia. Una volta che l’impasto è  ben mescolato e risulta quindi omogeneo e senza grumi, versare i 20 grammi di burro fuso (tiepido o a temperatura ambiente).
Impastare fino ad ottenere un impasto ben amalgamato e lasciar riposare in frigo, in una ciotola coperta da una pellicola, per circa 40 minuti.

Mentre si aspetta, mettere una pellicola trasparente sopra e sotto i 200 grammi di burro, per avvolgerlo completamente, e battere sopra la pellicola per appiattire un po’ il burro (per facilitare questa operazione si può tagliare il burro a pezzettini), mettendo poi anche questo a riposare in frigo.

Trascorsi i 40 minuti, prendere la pasta dal frigo e stenderla con il mattarello, posandovi poi sopra il burro appiattito precedentemente e chiudendolo all’interno della pasta, facendo attenzione a sigillare bene i bordi.
Stendere bene la pasta fino ad avere una striscia rettangolare uniforme; a questo punto cominciare a girare la sfoglia: suddividere mentalmente la striscia rettangolare in tre sezioni, quindi piegare la parte a sinistra verso quella centrale e poi quella a destra su quella piegata precedentemente, come da immagine qui a lato. 


Avvolgere il panetto ottenuto in una pellicola e far riposare in frigo per 30 minuti. Riprendere poi la pasta e stenderla nuovamente e ripiegarla come descritto precedentemente. Far riposare nuovamente in frigo per altri 30 minuti e poi ripetere un’ultima volta il procedimento di stesura e piegatura, e riporre in frigo per altri 30 minuti la pasta avvolta da una pellicola.

Dopo averla lasciata riposare, stendere la pasta in modo da ottenere uno spessore di circa 3-4 mm, tagliare dunque dei rettangoli di circa 9X5 cm.
Su ogni rettangolino ottenuto, ad una delle estremità del lato corto posare dei pezzettini di cioccolato e avvolgere poi la striscia su se stessa (come se si arrotolasse un sacco a pelo), ottenendo così la forma classica del pain au chocolat.

Lasciar riposare i pain du chocolat in frigo per circa un’ora, su una teglia coperta di carta da forno, e poi lasciarli a lievitare fino a quando raddoppieranno di volume (l’ideale è farli riposare per tutta la notte).
La mattina seguente spennellare i pain au chocolat con un tuorlo sbattuto e un po’ di latte, dopodiché metterli in forno già caldo a 180° per circa 15-20 minuti, finché saranno dorati.

Piccolo consiglio: si possono preparare più pain au chocolat e surgelare quelli che non si mangiano subito, così da averli già pronti all’occorrenza; è sufficiente tirarli fuori dal freezer la sera prima e lasciarli a scongelare durante la notte per poi doverli solo infornare la mattina e mangiarli per colazione! 

Ed ovviamente invece del cioccolato potete dilettarvi a sostituire il cioccolato con ingredienti diversi, ad esempio la marmellata, o aggiungervi dell’uvetta.

giovedì 3 febbraio 2011

Puddhu

Posted in da Alice | Edit
Vite che s’incrociano nella sala affollata di corpi che ballano e si fondono in un movimento ritmato. Le luci sfuggenti passano improvvise sfiorando per un breve istante uno o l’altro volto, come scatti impercettibili di persone e musica. Ogni tanto un’istantanea di una coppia, sconosciuta o innamorata, ferma il turbinio tutto intorno e balla un tempo diverso, ignara e noncurante del resto. Gli sguardi si cercano a volte invadenti, a volte curiosi, a volte innocenti. La voce della vocalist vibra nell'aria e l’anima si lascia andare avvolta nell’abbraccio della musica che la invade e la fa sussultare. Nessun pensiero adesso, solo il ritmo che pulsa, che cresce, che libera. Per stanotte si balla soltanto.
mercoledì 2 febbraio 2011

Così parlò il nano da giardino - Margherita Oggero

Posted in da Alice | Edit
Recentemente mi è stato regalato un breve ma delizioso libro intitolato Così parlò il nano da giardino, scritto da Margherita Oggero, insegnante e scrittrice di Torino, e splendidamente illustrato da Guido Pigni (di cui vi allego il link del suo sito personale, nel caso voleste curiosare un po’ tra i suoi lavori: http://www.guidopigni.com/).

Questa favola ha per protagonisti dei simpatici e curiosi gerbilli alla ricerca di un gerbido (ovvero un terreno incolto) nuovo dove vivere, poiché vicino a quello vecchio  costruiranno una pensione per cani, e si sa che i cani – non tutti i cani ma quasi – non vanno troppo d’accordo coi gerbilli e sovente gli fanno dei brutti scherzi.
Ma trovare un posto adatto alla loro vita tranquilla e riservata non è cosa facile, per questo si rivolgono al loro amico Gongolo: un nano da giardino di tutto rispetto, che soffre però di solitudine, infatti nonostante il suo nome non gongolava per niente, dato che, mancandogli la compagnia di altri nani da giardino e soprattutto di Biancaneve, le giornate erano lunghissime e noiose.
Inizia così il viaggio verso la Terra Promessa, il luogo paradisiaco descritto dal malinconico amico, seguendo una mappa tracciata con cura.

Tra  giochi di parole, agguati inaspettati, ragazzini delusi, spaventapasseri dimenticati e nuove amicizie, si dipana una scrittura linguisticamente ricca, veloce ed ironica, che non manca di far divertire chi legge, perché le parole sono giocattoli con cui ci si può sbizzarrire in tanti modi. Senza strapazzarle troppo, però.

Consigliato ad adulti e bambini!
martedì 1 febbraio 2011

Alla fermata del tram

Posted in da Alice | Edit


Oggi vicino alla fermata del tram ho visto una coppia, lui e lei, sui sessant’ anni. Lei si asciugava con il dorso della mano gli occhi arrossati dal pianto e dall'aria fredda del mattino, un respiro di dolore tutto intorno; lui le cingeva le spalle e la baciava dolcemente sulle labbra, come ad accarezzarle l’anima per consolarla. Non so quale segreto si stessero scambiando in quell’istante. Si sono abbracciati e sono andati via mano nella mano resi più forti da quell’intesa, guardandosi come si guardano solo le persone che hanno condiviso la vita vera, in un legame che li unisce e li rende unici nel mondo l’uno per l’altro. Questo mi piace, dell’amore.

Followers