sabato 29 gennaio 2011

La Notte - Elie Wiesel

Posted in da Alice | Edit
Durante il Giorno della Memoria ho ripensato ai tanti libri scritti sull’argomento, all’alto valore storico ed umano che possiedono e a quanto sono ancora purtroppo attuali. 
Uno di essi, La Notte di Elie Wiesel, ha poco più di cento pagine, ma leggerlo tutto d’un fiato non è possibile: ognuna di esse è frutto di una sofferenza così intensa che è impossibile non soffermarcisi più di quanto ci si aspetterebbe.



Wiesel vive attualmente negli USA ed è uno scrittore di origini rumene che durante la Seconda Guerra Mondiale venne deportato nei campi di concentramento, dove perse la sorella ed i genitori.

Sopravvissuto all’Olocausto, in La notte egli racconta proprio di questa esperienza che ha cambiato per sempre la sua vita. Una lunga notte piena di atrocità ed assenza di umanità, un’oscurità calata sulle coscienze delle persone, un abisso di dolore impossibile da dimenticare, un’assenza di una qualsiasi presenza divina.

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.

Un libro che tutti dovrebbero leggere. Per non dimenticare mai.
mercoledì 26 gennaio 2011

Porridge

Posted in da Alice | Edit

Leggendo libri di autori da tutto il mondo capita spesso di trovare qua e là il nome di qualche piatto particolare che non abbiamo mai assaggiato ma di cui magari vorremmo sapere qualcosa in più o che ci piacerebbe provare a cucinare. Seguendo una mia personale curiosità, che deriva sin da quando ero piccola, ho deciso di riproporre qui alcune “ricette letterarie” che spero vi divertiranno e, perché no?, vi piaceranno!

Ovviamente aspetto che mi facciate sapere se avete provato a cimentarvi in cucina! ;)

Prima ricetta proposta è il porridge: quanti avranno letto di questo piatto nazionale inglese su qualche libro! Personalmente ricordo di essermi chiesta cosa fosse esattamente quando intorno ai dieci/undici anni lessi Il ragazzo rapito di Robert Louis Stevenson (scrittore scozzese della seconda metà dell'Ottocento), che parla di un ragazzo della Scozia di metà Settecento che viene fatto prigioniero e si ritrova su un veliero diretto oltreoceano. 
Sono andata a ripescare il libro dalla mia libreria e vi riporto uno dei brani dove compare il termine, all'inizio del terzo capitolo:

Poco dopo si udì un grande strepitio di catenacci e di chiavistelli, e la porta fu aperta con molta precauzione e subito richiusa, appena io fui entrato.
“Và in cucina e non toccare nulla,” ordinò la voce, e mentre quella persona rimetteva a posto tutte le sprangature della porta, io andai, a tentoni, in cucina.
Il fuoco vi ardeva abbastanza allegramente e mi mostrava la stanza più nuda che io avessi mai visto. Sugli scaffali c’era una mezza dozzina di piatti; la tavola era preparata per la cena con una scodella di porridge, un cucchiaio di corno e un boccale di birra. Oltre a questo non c’era nulla, in quella grande e vuota stanza dal soffitto a volta, tranne alcune cassapanche, lungo il muro, e un armadio d’angolo chiuso a catenaccio.


PORRIDGE

Ingredienti per quattro persone:

130 grammi di fiocchi d’avena
Sale
Noce di burro
Zucchero o miele
Latte o panna

Versare un litro scarso di acqua fredda in una pentola, aggiungere quindi 130 grammi di fiocchi d’avena e lasciarli ammollo durante la notte; il giorno seguente cuocere a fuoco basso i fiocchi d’avena nella loro acqua, mescolando ed aggiungendo mezzo cucchiaino di sale e una noce di burro, fino a portare ad ebollizione. Continuare a cuocere per circa 5/10 minuti fino a quando il porridge avrà una consistenza cremosa (in base ai vostri gusti, se lo preferite più denso o più morbido).
Servire immediatamente il porridge caldo, aggiungendo a piacimento zucchero o miele e latte freddo o panna. 
Se si preferisce non utilizzare zucchero o miele, un'alternativa gustosa è sostituirli con il proprio frutto preferito. E' possibile anche aggiungervi sopra, una volta servito, semi di girasole.
martedì 25 gennaio 2011

I sogni perduti delle sorelle Brontë - Syrie James

Posted in da Alice | Edit
La scorsa settimana passando di fronte alla vetrina di una libreria,  nonostante abbia ancora un po’ di libri accumulati che aspettano di essere letti, non ho potuto fare a meno di entrare per dare un’occhiata fugace e sfogliare qualche pagina, con la certezza quasi matematica di uscire con qualche nuovo acquisto.
Due titoli hanno subito catturato la mia attenzione:
Gran bella cosa è vivere, miei cariI sogni perduti delle sorelle Brontë. Ovviamente li ho comprati! 
Il primo libro è di un autore turco che mi piace molto, Nazim Hikmet, delle cui poesie d’amore ho anche una splendida edizione arricchita dalle fotografie di Robert Doisneau. Di questo poeta però parlerò più avanti.
Il mio altro acquisto è stato scritto da Syrie James ed è un romanzo che parla della vita delle tre sorelle Brontë: Anne, Emily e Charlotte (autrici rispettivamente di Agnes Grey, Cime tempestose e Jane Eyre, oltre ad altri scritti), attraverso gli occhi e la penna di quest’ultima.

Syrie James è un’autrice californiana contemporanea che ha voluto rendere omaggio a queste tre donne vissute nella prima metà dell’Ottocento, figlie di un reverendo di una piccola parrocchia nella brughiera dello Yorkshire e rimaste orfane di madre fin da piccole.
Il libro ripercorre la storia della loro famiglia attraverso il racconto diaristico di Charlotte, figura femminile indipendente, dotata di grande spirito e forza nonostante i tragici eventi che scuotono la sua vita e la società fortemente maschilista in cui vive, che prevede una donna dedita al ruolo di figlia, moglie e madre, impegnata nei lavori domestici, in cucina e poche altre attività considerate appannaggio del cosiddetto “sesso debole”. Charlotte in particolare, pur non andando contro l’etichetta sociale in maniera violenta, riesce a vivere seguendo le sue aspirazioni, manifestando con coraggio il suo pensiero e trascinando anche le sorelle in un’avventura editoriale che mai avrebbero osato pensare (e sperare!).

Leggere questo libro mi ha fatto tornare indietro nel tempo a  quando avevo 14 anni e venivo rapita dalle pagine dei romanzi delle tre sorelle, in particolare dalle trame di Cime tempestose e dalle vicissitudini di Jane Eyre, non riuscendo a staccarmi dalla lettura e sentendomi catapultata in un’altra epoca, immersa completamente in quelle storie. Una lettura scorrevole, più di 500 pagine intime e preziose, ambientate perlopiù nei suggestivi panorami della brughiera inglese, che rivelano la grande personalità di questa scrittrice passata indagandone gli aspetti poco conosciuti e riproponendone lo stile narrativo per riportarne un ritratto fedele seppur romanzato, e che recano in sé, anche nel dramma, un messaggio importante: con la pazienza, la costanza e la volontà si può arrivare molto lontano. 
Un invito a non mollare, soprattutto per chi ama scrivere. 

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