lunedì 28 marzo 2011

R.S.A.

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Chi sono io? Tanti passano, pochi mi vedono, troppo impegnati con qualcos’altro o semplicemente ben attenti a far finta che io non esista. Seduto, solo, in silenzio, fisso il muro davanti a me, posteggiato insieme ad altri in questa zona d’ombra che il mondo dimentica dopo un momento. Qualcuno degli altri a volte urla, o si agita, o dorme in un oblio di medicine. Annebbiata la mente, svilito il corpo, come relitti che si trascinano nella vita ormai passata, ma ancora capaci di sorridere ad un cuore sincero. Ogni tanto un viso amico ci riconosce e ci ama, e mi commuovo di qualcosa che prima davo per scontato, come il tocco delicato di una carezza o una parola gentile. Cosa resta ora del mio essere? I ricordi sono l’unico spazio felice a cui aggrapparmi e in cui ritrovare una parte di ciò che ero. Ma anche io ormai inizio a dimenticarmi di me stesso. E forse qui è meglio così.

venerdì 18 marzo 2011

Sentire

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Una volta ogni giorno riempivo i miei occhi dello splendore di un cielo incontaminato, di un prato infinito, di un albero maestoso e secolare, di una montagna senza tempo, delle stelle e dei pianeti luminosi nella notte. Una volta ogni giorno riempivo le mie orecchie del rumore del vento attraverso i rami, del suono della vita degli altri esseri viventi, della musica dell’acqua che scorre in un ruscello o scende giù da una cascata o si muove lentamente in un lago o si agita in un mare fino ad arrivare a riva . Una volta ogni giorno riempivo il mio naso del profumo della terra dopo la pioggia, dei fiori appena sbocciati in un inizio di primavera, del fieno tagliato, del muschio nel mezzo di un bosco, del respiro del mattino. Una volta ogni giorno riempivo la mia pelle dell’aria frizzante che risveglia ogni cosa, della neve ghiacciata che ricopre tutto, della carezza di una foglia caduta o di un filo d’erba, della corteccia di una quercia ospitale. Una volta ogni giorno sentivo in me l’energia che attraversa il mondo intero.
Dov’è ora tutto questo? Dove i miei occhi, le mie orecchie, il mio naso, la mia pelle? Dove il mio sentire?

martedì 8 marzo 2011

Di notte

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Quella strana voglia di rimanere svegli, ancora per un po’. Il sonno inizia a farsi sentire sugli occhi stanchi, che ora fanno fatica a mettere a fuoco i dettagli, e qualche sbadiglio ti ricorda che è già notte inoltrata. Ma che silenzio. Non un rumore. Il mondo sta dormendo. Anzi: una buona parte di mondo. Però gli altri rimasti sono troppo lontani o troppo impegnati a farsi largo nei loro pensieri, per disturbare. E così vince la tentazione di godersi ancora per un attimo questo tempo tutto tuo, questo istante in cui è possibile sentirsi di più, percepire di più. La notte è fatta di sogni, sentimento, assurdo, possibilità, immaginazione che prende vita in forme imprevedibili e pensieri illuminanti. La mente un po’ assopita lascia spazio all’irrazionale e al sapere istintivo che ognuno porta dentro di sé. Basta lasciarsi trasportare. Che gran belle ore, di notte.

Gelato al cioccolato

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La primavera tarda ancora un po’ ad arrivare ma il sole inizia piano piano a farsi più caldo, e la ricetta di oggi, nella sua semplicità, risente della mia voglia di belle giornate: si tratta infatti della ricetta per preparare il gelato al cioccolato ed è ispirata ad una scena descritta da Jack Kerouac in Sulla strada. Il libro, scritto dal fondatore della Beat Generation e ispiratore di numerosi artisti (tra cui Bob Dylan), è tratto dall’incontro dell'autore con Neal Cassady e dalla sua stessa esperienza, infatti le sue opere sono essenzialmente autobiografiche.
In Sulla strada il tema centrale è il viaggio, come metafora di libertà. Un giovane scrittore ed un ex carcerato, affamati di vita e di esperienza, si mettono sulla strada alla ricerca di se stessi e della loro libertà personale testando i limiti del sogno americano, cercando piacere in sesso, droga e jazz e superando qualsiasi ideologia o credenza. Sono accompagnati però dalla solitudine, dalla disperazione, dall’impossibilità della comunicazione, dall’ineluttabilità del ritorno.

Lo spaccio della caserma era la nostra risorsa. Ci guardavamo intorno per assicurarci che nessuno stesse a sorvegliare, e soprattutto per vedere se qualcuno dei nostri amici poliziotti stesse spiando là attorno per controllarci; poi io mi accoccolavo per terra e Remi metteva i piedi sulle mie spalle e si tirava su. Apriva la finestra, che non era mai chiusa dal momento che a questo provvedeva lui in quelle sere, scavalcava il davanzale, e scendeva giù sulla spianatoia. Io ero un po’ più agile e così facevo un salto e strisciavo dentro. Poi andavamo al banco delle bibite. Qui, realizzando un sogno della mia infanzia, toglievo il coperchio dal recipiente del gelato di cioccolata e ci ficcavo dentro la mano fino al polso e tiravo su una palettata di gelato e la leccavo. Poi prendevamo alcuni bicchieri di carta per gelato e li riempivamo, ci versavamo sopra sciroppo di cioccolata, e qualche volta anche di fragole, poi andavamo in giro per le cucine, aprivamo i frigoriferi, per vedere che cosa potevamo portarci a casa ficcandocelo in tasca.

GELATO AL CIOCCOLATO

Ingredienti per 4 persone:

100 g di cioccolato fondente
100 g di zucchero
2 dl di latte
200 g di panna liquida
1 uovo

Fare a pezzettini il cioccolato e lasciarlo fondere a bagnomaria con poco latte in un pentolino, a fuoco basso, dopodiché aggiungere pian piano il latte rimasto e la panna liquida lasciando cuocere per qualche minuto e avendo cura di continuare a mescolare il tutto con un cucchiaio; nel frattempo in un altro recipiente sbattere l’uovo con lo zucchero. Al primo segno di bollore rovesciare il composto nella casseruola con l’uovo e lo zucchero, mescolare bene e poi rimettere di nuovo tutto nel pentolino a cuocere per qualche altro minuto, senza smettere di mescolare con cura.
Lasciar freddare a temperatura ambiente il composto ottenuto, poi versarlo in un contenitore in acciaio per freezer e lasciarlo riposare appunto in freezer per circa mezz’ora. Rimescolare bene per rompere eventuali cristalli di ghiaccio formatisi e rimettere nuovamente in freezer per un’altra mezz’oretta circa; ripetere l’operazione sopra descritta tre o quattro volte e poi lasciare il gelato in freezer per altre due ore.

Il gelato è pronto per essere servito ed ovviamente può essere arricchito con una guarnizione di panna e/o fragole e/o sciroppo di cioccolata e/o con quello che la fantasia vi suggerisce!
venerdì 4 marzo 2011

Nuova vita

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E dentro i tuoi occhi di bambino, puri e sinceri nella loro meraviglia, trovo la speranza di un qualcosa di diverso per questo mondo e per questi giorni. Tu che hai tutto nelle tue mani, non perdere l’immensa possibilità che ti è stata data, non cambiare la profonda innocenza della tua mente così veloce ad imparare e ad aprirsi agli altri, non farti condizionare da quello che vorrebbe farti credere chi ha perso l’umanità e l’amore per la vita. Tu che invece sei vita nella sua essenza più meravigliosa, diffondila in ogni dove, supera ogni indifferenza, ogni cinismo, ogni egoismo e sciogli il velo gelato che nel tempo ha ricoperto e imprigionato i luoghi e le anime. Risveglia dal sonno chi per troppo è rimasto addormentato e nel tuo essere diverso dal passato porta un nuovo inizio insieme ad altri come te.

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