Ogni giorno, alla stessa ora. Eccoli. Hanno l'età di chi ne ha già viste tante. Lei scende dalla macchina. Tira fuori la sedia a rotelle dal bagagliaio. Apre la portiera dall'altro lato. Aiuta lui a sistemarsi sopra. Lo copre bene con una coperta leggera, oggi c'è un po' di vento e potrebbe prendere troppa aria. Un bacio leggero sulle labbra e una carezza sulle mani assicurandosi che sia tutto a posto. E poi via. A passeggio. Ogni giorno, alla stessa ora. Un gelato, un caffè. Ancora carezze. Nessuna pena.  Nonostante tutto. Ancora amore. E gratitudine ed emozione in chi ha la fortuna di osservarli.

Che cosa c'è in uno sguardo? Due persone che si riconoscono. Due anime che si incontrano. Succede ogni giorno. In ogni luogo. E’ successo anche ieri, su un treno. Lui era seduto, intento a sfogliare il giornale come ogni sera durante il ritorno. Lei è entrata nello scompartimento, prendendo posto di fronte a lui, che ha alzato la testa distogliendo l'attenzione dalla notizia che stava leggendo. Silenziosamente l'ha salutata. Un messaggio è passato giungendo nel punto più profondo e vero del loro essere. Forse si erano già incontrati. Non lì. Non in quel momento. E' successo altrove, in un tempo sconosciuto ma che eppure è esistito. Lui le ha sorriso e una forza misteriosa li ha spinti l’uno verso l’altra. Improvvisamente lei si è sentita meno sola. Si è sentita capita. E il viaggio non sarebbe stato mai più lo stesso. 

Stormi di nuvole sopra montagne dagli scuri profili che anticipano la notte. Il giorno finisce. La mente si lascia andare al riposo cullandosi dolcemente in se stessa e nel suo essere parte di tutto. L’azzurro sfuma in un blu sempre più intenso. Iniziano ad intravedersi le prime stelle. Anche la luna fa capolino dietro una cima dal profilo sinuoso. Nella luce che scompare ogni cosa racconta di personaggi e luoghi lontani, di storie senza fine dentro ognuno di noi. I confini non ci sono più, solo un profondo e rassicurante senso di immensità.

Lettere. A chi se n’è andato, a chi non ha saputo, a chi non ha potuto. A chi ha cercato una scusa. A chi ha attaccato senza motivo reale. A chi ha dimenticato. A chi è sempre restato. A chi ha amato. A chi ha perduto e ritrovato. A chi ha perdonato. A chi non si è più giustificato. Lettere. Una, due, tre e ancor di più. Piene di verità, nate dall’istinto, destinate a mittenti nascosti nella memoria. Lettere. Che liberano, che purificano. Lettere. A te, ma soprattutto a me.

Accanto alla riva del fiume tiro le somme dei miei desideri. Pensieri vanno e vengono nel verde pomeriggio di questo mese che inizia. Mi riprendo i miei passi. Uno dopo l’altro. Come se non avessi mai smesso. Mi riprendo il mio silenzio. Lo ascolto. Mi è mancato. Questo momento solo per me, lo custodisco con cura.  Mi impongo di non avere fretta, di staccare davvero da tutto per un attimo. Trovo il mio ritmo. Trovo il mio tempo. Trovo me stessa.

Profumo di un tempo lontano. Immagine sfocata dai colori caldi che rivive nell'istante con un battito più forte. La rinascita di tutto nella nostalgia portata dall'odore di foglie, di erba e di corteccia dopo un temporale. Torna qualcosa di familiare e mai perduto. Oggi come allora la stessa emozione, negli echi delle voci di chi è rimasto nelle strade del passato. Andremo ancora fuori a caccia di pozzanghere, con gli stivali di gomma e gli occhi curiosi di chi vuole conoscere.